Lino Maga contro i metodi di alcuni enologi: “vanno contro natura”
Quando nel ’92 Lino Maga decise di non imbottigliare la cattiva annata venuta fuori dalla vendemmia, lo chiamò Veronelli, sostenendo che avesse bisogno della figura dell’enologo.
Fu così che Maga si ritrovò davanti Carlo Corino, allora enologo di Frescobaldi. Alla proposta di quest’ultimo di uniformare il Barbacarlo con l’uso del concentrato rettificato, per fare tutti gli anni un vino uguale, Maga rispose “no dottore, io seguo la natura”.
Corino propose allora di usare la barrique, Maga rispose che il gusto di legno una volta era considerato un difetto, facendo intendere di pensarla ancora in questo modo e rifiutando l’idea.
Commuove sapere che esista ancora un idealista integro e radicale come Lino Maga, capace di respingere le lusinghe del profitto che hanno devastato l’identità del vino italiano, causando lo scempio di vini tutti uguali e omologati.
Maga ha rievocato questo illuminante episodio davanti alla nostra telecamera, dichiarando anche il proprio sostegno alle piccole vigne, contro la produzione industriale massificata.