El Hijo Prodigo, i vini argentini di Alessandro Speri
Il Figliol Prodigo del racconto biblico è un riferimento metaforico alla vicenda di Alessandro Speri, esponente della quinta generazione di vitivinicoltori veronesi in Valpolicella che ha deciso di intraprendere una propria sfida in Argentina, dove si è messo a produrre vini dai vitigni identitari del Paese sudamericano.
Una storia iniziata “nella meravigliosa terra di Mendoza” nell’anno 2002, quando Alessandro decide “di sfidare la tradizione di mio padre Benedetto per produrre vino di qualità con una nuova cantina”.
Siamo nella “zona più importante per la produzione di vino in Argentina, dove nasce il vino Malbec con più di 1.200 cantine che contribuiscono per l’80% sul totale della produzione”, la cui qualità è positivamente influenzata dalle “vette più alte del continente americano, sempre innevate”…
… le zone “della pre-cordigliera andina, percorse da fiumi ricchi d’acqua, presentati in un panorama fatto di vigneti, ulivi e profumati alberi da frutto”, nelle quali intervengono “diversità di altitudini, climi e condizioni di suolo” che insieme a “forti escursioni termiche favoriscono anche la buona maturazione e la concentrazione degli aromi e dei colori nelle uve”, grazie anche a “clima secco e arido” e umidità contenuta che consentono alle piante di crescere “sane e rigogliose durante tutto l’anno” dando “frutti impeccabili durante la raccolta”.
In fase di produzione la parola d’ordine è “eleganza”, perseguita nella fase di affinamento con la ricerca della giusta “combinazione tra la struttura dei vini e il tempo che questi trascorreranno nelle barrique di rovere”, per fare risaltare fragranze e profumi tipici del terroir.
E’ così che la cantina produce “vini d’altura, naturali, un basso impatto ambientale ma di alto livello qualitativo e di eleganza”.
Si individua il vino di punta nel Malbec Reserva le cui uve in purezza vengono coltivate in un unico vigneto in zona La Consulta nella vocatissima Valle de Uco: al naso si annuncia con la tipicità della vegetazione del sottobosco, mentre al palato scorrono gelso, sorbo, mirtillo e un tocco di cioccolato fondente. Corpo possente per una beva decisa che governa una suadente propensione alla dolcezza.
Caratteristiche che sfumano verso una maggiore freschezza nel Malbec Mendoza che privilegia sentori di piccoli frutti rossi e una certa complessità sensoriale che intriga.
Lo stesso vitigno in versione Rosé spiazza con i suoi originalissimi profumi che infondono profonde suggestioni di idrocarburi e muschio, mentre in bocca entusiasma subito con zampillanti fragoline di bosco accostate a litchi e anguria, per un corredo organolettico di superba originalità.
Da sottolineare pure la magnifica acidità e una trascinante inclinazione all’amabilità.
Ci siamo innamorati anche del Tempranillo in purezza che conquista già con il suo bouquet gioiosamente fruttato, mentre il sorso setoso ma non ruffiano mette subito in evidenza una nota erbacea che varia dall’amaricante al balsamico.
Sviluppa così marasca, liquirizia e corbezzolo.
Denso, dal corpo rotondo e appagante, un nettare da godere con lenta pienezza.
Tutta da scoprire la Bonarda argentina, il cui nome però non deve trarre in inganno, poiché in realtà si tratta di un vitigno di origine francese, come già fa intendere la cantina inserendo tra parentesi la definizione di Corbeau Noir, a indicare la consolidata ricerca che lo ha apparentato con Corbeau de Savoie o Douce Noir: si tratta di un’uva in grande crescita tanto nella quantità di produzione proprio della zona di Mendoza quanto nella considerazione dei consumatori, grazie a un’aromaticità intensa che esprime con decisione amarena, ribes, cioccolato al latte e perfino carruba, con una beva resa avvincente da un’irresistibile acidità.
Un unico bianco ma importante, il Torrontés, il cui carattere in terra madre è talmente apprezzato da farlo accostare anche alla carne, con risultati interessanti, grazie alle venature linfatiche di asperula che associate a un diffuso tenore agrumato lo rendono perfetto per l’abbinamento con cibi tendenti al dolce, mentre l’olfatto si bea di un effluvio floreale che rende l’esperienza complessa e convincente.
Non potevamo esimerci dal chiedere ad Alessandro Speri di narrarci di questa sua sfida e degli esiti che sta dando: ci ha risposto nel video sottostante.
Info: http://www.elhijoprodigowinery.com/
Distribuzione: http://www.propostavini.com/info-per-ordini