Maracuoccio di Lentiscosa, rarissimo legume del Cilento (Campania)
Un legume piccolo tanto nelle dimensioni quanto nei volumi della produzione, ma che giganteggia per fascino, storia e valore antropologico: è il Maracuoccio, “simile a un pisello ma dalla forma squadrata e di un colore che può variare dal verde scuro al marroncino, al rossastro, spesso screziato o marmorizzato”, mentre il “gusto, in genere, è un po’ amarognolo”, come si legge nelle note di Slow Food che ne ha fatto un Presidio, per tutelarlo.
E’ tipico di un ristrettissimo territorio, quello di Lentiscosa, “una frazione collinare del comune di Camerota, nella parte meridionale del Parco Nazionale del Cilento”, dove viene coltivato da secoli.
E’ una sorta di piccola cicerchia di origini antichissime, la cui presenza “come leguminosa selvatica è attestata nei paesi del bacino mediterraneo, ma anche nel Caucaso e in Asia centrale”, mentre la domesticazione sarebbe avvenuta “tra Francia e Penisola Iberica agli albori dell’agricoltura”.
Una volta destinato alla nutrizione del bestiame, si è trasformato anche in alimento povero per i meno abbienti, ma soltanto in forma di farina.
Intero infatti è immangiabile, a causa dell’eccesso di note amaricanti, mentre una volta sottoposto a molitura dà vita a una farina da cui si trae una polenta unica per gusto e originalità.
Diventa così protagonista di “una preparazione tradizionale locale: la Maracucciata, una polenta ottenuta cuocendo una farina composta per metà da maracuoccio e per l’altra metà da grano, ceci, farro, favino e cicerchie; il tutto arricchito con olio extravergine, crostini di pane, cipolla, aglio e peperoncino che trasforma un piatto semplice in una prelibatezza dal perfetto equilibrio nutrizionale”.
Visto che la produzione quest’anno non ha superato i tre quintali, il consumo è esclusivamente locale.
Ci siamo fatti raccontare questo particolarissimo legume da Giorgio Iannuzzi, Responsabile Slow Food del Presidio.
Info: www.fondazioneslowfood.com