La storia delle telecomunicazioni al Museo di Telespazio nel Centro spaziale del Fucino in Abruzzo

Una delle più straordinarie esperienze culturali del nostro Paese la si può vivere immergendosi nel cuore della meraviglia dell’Abruzzo per raggiungere un luogo che intreccia stimoli intellettuali e ricchezza pedagogica in mezzo a memorie millenarie, il Centro spaziale del Fucino collocato nella pace agreste di Ortucchio in provincia dell’Aquila, dove Telespazio, azienda del Gruppo Leonardo, gestisce in maniera illuminata e brillante un museo d’impresa unico per personalità e materia narrata, intrecciando nello storytelling le vicende della tecnologia applicata allo spazio e alle telecomunicazioni con il progresso del pensiero e dell’intelligenza dell’essere umano, in un eco-sistema didattico reso ancora più suggestivo dal suo ruolo rilevante nella nascita di Internet, un vero paradiso della mente per ricercatori, addetti ai lavori e studenti, ma anche appassionati curiosi della realtà.

Il percorso di avvicinamento per raggiungere il Centro irretisce immediatamente, trasmettendo la sensazione di entrare in un’altra dimensione, sospesa tra atmosfera lunare suggerita da una natura rarefatta e ambientazione futuristica da romanzo di fantascienza resa vivida da un’infinita distesa di antenne visibili anche da lontano…

… monumenti funzionali del nostro mondo attuale con qualche pezzo svettante che vanta primati internazionali per la sua esorbitante altezza e grandiosa presenza.

All’ingresso dell’area c’è subito la prima dimostrazione di quanta sensibilità alberghi nel Centro nei riguardi della storia (anche) aziendale, grazie a una targa nella quale si ricorda la figura dell’ingegnere Piero Fanti, il primo direttore generale della società Telespazio “scomparso nel pieno della sua vita operosa il 20 marzo 1970 che delle telecomunicazioni via satellite fu pioniere, animatore e realizzatore di altissima competenza”: infatti a lui è intitolata questa stazione terrena del Fucino.

La visita si estende a tutta la parte visitabile di questo Centro spaziale attivo dal 1963 che sbalordisce “con le sue 170 antenne e i suoi 370.000 mq di superficie”, considerato “il primo e più importante teleporto al mondo per usi civili”, pertanto un riconosciuto polo d’eccellenza nel quale “si svolgono attività di controllo in orbita di satelliti, servizi di telecomunicazioni, televisivi e multimediali”, impiegando “250 addetti fra ingegneri, tecnici specializzati e personale operativo”.

Al suo interno hanno sede il Centro di Controllo della costellazione satellitare per l’osservazione della Terra COSMO-SkyMed e uno dei Centri di Controllo che gestiscono il sistema europeo di navigazione e localizzazione satellitare Galileo.
L’attività prevede servizi di controllo satellite e gestione missioni spaziali ma anche di telecomunicazioni televisive e multimediali, trasporto e distribuzione del segnale per i maggiori broadcaster nazionali, oltre alla gestione di reti di trasmissione multimediali e piattaforme IP per il broadcasting/multicasting di contenuti (agenzie di stampa) e per servizi internet a larga banda via satellite.

In tale ambito di immensa importanza, anche per la nostra vita quotidiana di iperconnessi, si staglia quel gioiello espositivo del Museo del Centro spaziale del Fucino fondato nel 1968, davanti al cui ingresso si viene colti da un sussulto quando lo sguardo viene rapito dalla sagoma di ciò che resta della leggendaria Nave Elettra che fu silurata e affondata nel 1944, un reperto di archeologia industriale di immensa importanza per il mondo intero, poiché si tratta di poppa con elica e timone del panfilo “a bordo del quale Guglielmo Marconi effettuò, a partire dal 1923, importanti esperimenti di radiopropagazione a onde corte”, una documentazione del genio umano donata nel 1978 dal Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, un gesto anche simbolico, poiché ha omaggiato questa struttura ribadendone la centralità nell’evoluzione del settore.

Al Museo è stata affidata la funzione di testimoniare “il ruolo svolto da Telespazio nel mondo delle telecomunicazioni satellitari fin dai primi esperimenti svolti al Fucino nei primi anni ’60”…

… infatti al suo interno “sono conservate alcune delle apparecchiature utilizzate in quella fase pionieristica dello sviluppo delle telecomunicazioni via satellite”…

… e “tra queste, le postazioni mobili e l’antenna di 9 metri di diametro con i quali a partire dal 1962 furono effettuate le prime trasmissioni tra Stati Uniti e Italia con il satellite Relay e dal 1963 gli esperimenti di trasmissione con il satellite Telstar”, ma anche “oscilloscopi, antenne, generatori di segnali, postazioni mobili e diversi tipi di multiplex, un luogo simbolico perché da qui, nell’estate del1969, le antenne di Telespazio contribuirono a trasmettere le immagini del primo uomo sulla Luna” come ricorda il sito di Museimpresa, l’associazione di settore di Confindustria nell’ambito della quale questo allestimento rappresenta l’unico museo d’impresa dell’Abruzzo iscritto (https://museimpresa.com/itinerari/impresa-spaziale/).

Museimpresa sottolinea pure la presenza dei due furgoni “dai quali nel 1962 furono effettuate le prime trasmissioni tra Stati Uniti e Italia con il satellite Relay”…

… all’interno dei quali si può agilmente entrare, in preda all’emozione di effettuare quasi un viaggio nel tempo…

… cosparso di preziosi ricordi visivi, dai documenti cartacei originali di chi ci ha lavorato…

… ai macchinari dei quali è stimolante apprendere il funzionamento…

… fino agli strumenti che ci fanno comprendere quanti passi avanti ha fatto il genere umano per rispondere alla propria sempiterna estrema necessità di comunicare.

L’organizzazione formativa dell’allestimento è esemplare, incentrata su pannelli essenziali che puntano alla sostanza epistemologica, i cui testi semplici ed estremamente intellegibili recepiscono in pieno le istanze dettate dall’ICOM, l’International Council of Museums di recente impegnatissimo a promuovere l’accessibilità cognitiva più estesa possibile…

… un risultato in questo caso ottenuto anche grazie a utilizzo di caratteri grandi, parole chiave in grassetto e largo impiego di immagini esemplificative, adottando la sintesi espressiva senza rinunciare alla puntualità della divulgazione scientifica.

Si giunge alla commozione quando si osservano le immagini dei tempi pionieristici del Centro, soprattutto nel momento in cui ti spiegano che qualche dipendente di quell’epoca, giunto in visita in età molto avanzata, ha avuto modo di riconoscersi in alcuni scatti di decenni fa, tra nostalgia di un periodo eroico e fierezza per il contributo fornito alla società intera.

Anche la parte dell’area in cui si trovano ancora oggi uffici e sale di rappresentanza desta massima attenzione, fin dall’ingresso segnato dalla presenza della prima antenna installata presso il Centro, con la sua affascinante estetica densa di geometrie e fantasia, curatissima fin dai materiali…

… passando per una sinuosa architettura che risucchia il visitatore in un vertiginoso vortice ellittico…

… creando grande armonia con un pattern di cerchi perfetti e rotondità ammalianti…

… per poi sfociare in un ambiente vintage per le riunioni di un’eleganza oggi inarrivabile, sintomo del buon gusto un tempo imperante e qui ben conservato.

Un tragitto percettivo avvincente destinato a stagliarsi nella memoria del visitatore, capace di infondere consapevolezza di ciò che ci circonda e incoraggiare riflessioni sul contesto attuale nel quale siamo inseriti, quindi quanto di meglio si possa chiedere a un’entità museale e a uno spazio culturale.
Illuminante che questo dono alla collettività giunga da un’azienda impegnata con successo nella competizione commerciale come Telespazio, inserita in un gruppo industriale delle dimensioni di Leonardo, palesando la centralità di quella Responsabilità Sociale d’Impresa che sempre maggiormente si sta precisando nella Responsabilità Culturale d’Impresa, passaggio epocale per definire in chiave virtuosa il rapporto tra Industria e Cultura, con massimo beneficio degli utenti.
Info: https://www.telespazio.com/it/business/space-centres-teleports/fucino-space-centre