Museo Multimediale sul Brigantaggio a Roccamandolfi (IS), racconto di una radice storica del Molise

Il mito dei briganti nutre la sua persistenza nella memoria popolare grazie alla forza del racconto e quindi è perfettamente coerente nel descriverlo il Museo Multimediale sul Brigantaggio di Roccamandolfi in provincia di Isernia che si basa proprio sulla narrazione per descrivere un fenomeno radicato anche nella storia del Molise e di questo suggestivo borgo in particolare.
Situato in corso Umberto nel medesimo palazzo che ospita la biblioteca comunale e la Pro Loco, ti accoglie subito con un “percorso fotografico e di scrittura brigantesca”, facendo partire così l’allestimento fin dall’ingresso e procedendo sulle scale tra immagini anche imponenti suggestive come i soggetti rappresentati, tra ritratti, disegni e frasi estratte dai documenti che parlano di questa realtà incendiaria di un passato in fondo neanche così remoto…

… creando una galleria di volti e posture iconiche degli autentici protagonisti di quell’epopea, dando così concreta attuazione all’intento di rappresentare un “centro di documentazione sul brigantaggio” serio basato su studi scrupolosi.

L’esperienza si concentra in una sala che ospita una “esposizione dell’abito tradizionale del brigante uomo-donna”…

… alle cui pareti sono affisse diverse pagine da leggere, incastonate tra splendidi scatti d’epoca…

… con frasi tratte da scritti preziosi per inquadrare il brigantaggio sotto il profilo storico, sociale e antropologico, merito dell’acume scientifico di autori che si sono impegnati a scandagliare tale argomento, a partire dal fondamentale Vincenzo Berlingieri, scrittore del posto, il quale quasi in tempo reale, già prima che giungesse al termine il secolo XIX, esaminò tutti gli aspetti del fenomeno inquadrandolo nell’epoca precedente e successiva all’Unità d’Italia.

Ma ci sono altri contributi di estrema importanza, dalle indagini generali siglate in anni recenti da Teodorico De Blasio (Il brigantaggio molisano nella storia del Meridione d’Italia, 2019)…

… alle riflessioni sulle cause di Rita Frattolillo e Barbara Bertolini che si concentrano anche sulla forte componente femminile (Il tempo sospeso. Donne nella storia del Molise, 2007)…

… mentre in un angolo si può ammirare il Batticuore, un monile creato dall’orafo Franco Coccopalmieri per dare forma al genius loci di Roccamandolfi.

La stessa stanza si trasforma poi in sala di proiezione per assistere a un coinvolgente filmato in 3D da guardare con i classici occhialetti, capace di trasportare nell’epoca raccontata, con i personaggi del tempo che rivivono tra storia e leggenda, creando un vivido affresco ottocentesco in cui si intrecciano rivendicazione e violenza pura, istanze politiche e razzie spietate, passioni amorose e duelli sanguinosi, ribellione al potere e lotta per la sopravvivenza, sete di giustizia e brama di beni materiali, regalando emozioni ma anche informazioni per la mente dello spettatore.

Nell’esposizione di “Miti e Storie popolari” come annunciato dal volantino del museo, è decisiva la capacità oratoria di chi conduce la visita: nel nostro caso abbiamo potuto apprezzare la preparazione e l’empatia di Jennifer Lombardi, capace di alimentare interesse verso il brigantaggio e tutte le sue implicazioni, anche con utilissimi consigli per le letture, frutto dei suoi studi che hanno condotto pure a firmare di recente la prefazione al volume Storie di briganti. Il brigantaggio in Roccamandolfi contenenti due saggi del citato Vincenzo Berlingieri scritti tra il 1889 e il 1895.
Nell’intero borgo si trovano ancora tracce della materia qui rappresentata, un motivo ulteriore per fare visita al museo e a tutta Roccamandolfi, al fine di conoscere un pezzo di storia locale che ci riguarda tutti.
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