Osteria Pchior a Colonnella, straordinario tempio della cucina teramana e dei sapori abruzzesi

La cucina abruzzese è un vero patrimonio dell’intera umanità e quella teramana in particolare ne rappresenta l’apice, tanto da essere tutelata da un forte sentimento identitario nella sua zona oltre che eletta a sineddoche dell’arte culinaria regionale, con i suoi piatti adottati anche in altre aree in quanto depositari di straordinarie combinazioni di sapori di inarrivabile personalità: per avere un magistrale compendio di tale giacimento sensoriale quanto intellettuale esiste un tempio assoluto della nostra civiltà gastronomica come l’Osteria Pchior a Colonnella, in provincia di Teramo, dove è possibile provare tutte le ricette di questa tradizione con una qualità impressionante.

Merito di un vero eroe della nostra cultura come lo chef Davide Capoferri, giovane visionario dalla sensibilità commovente che ha scelto di dedicare tutte le sue energie alla valorizzazione delle tipicità del territorio, esaltandole con una mano prodigiosa ai fornelli e una competenza sopraffina con cui trasporta gusti ancestrali verso i palati contemporanei, senza minimamente tradirne l’anima bensì con un rispetto ammirevole, cui aggiungere la sua gentilezza d’altri tempi, calorosa capacità un’accoglienza e un’infinita generosità che scioglie il cuore come il suo sorriso pulito e sincero.

Peculiarità che si ritrovano tutte nei suoi piatti, fin da quello apparentemente più semplice, il pane, qui proposto in varie tipologie tutte fatte in casa che ti arrivano in tavola calde insieme a un piattino con eccellente olio extravergine di oliva abruzzese in cui intingerle, mentre diffondono una fragranza da sogno e una golosità irrefrenabile.

Tra i piatti identitari, negli antipasti spicca il Tacchino alla canzanese, caratterizzato dalla sua gelatina: Capoferri ha scelto la cottura a bassa temperatura per portarlo al massimo della tenerezza, rendendo la carne molto suadente, condendola con croccanti Verdure in un Agrodolce perfettamente equilibrato e Crema di Carote.

I primi piatti in carta raccontano le stagioni, come le rare ma fenomenali Scrippelle ‘mbosse, pietanza dell’inverno abruzzese il cui impasto casalingo può ricordare delle crepes dalla sublime consistenza, tuffate in un pazzesco brodo di Faraona con tutto il loro ripieno di pepe e Pecorino di Castel del Monte Presidio Slow Food, un capolavoro assoluto.

Ma i primi abruzzesi sono anche testimonianze socio-antropologiche, come le Virtù alla Teramana, un “piatto contadino che segnava l’inizio della primavera: una volta si mettevano nel piatto tutti gli avanzi delle paste che si trovavano nella dispensa insieme a verdure, erba di campo e pezzi di maiale; la nostra ricetta cerca di seguire la tradizione con una versione leggermente rivisitata con aggiunta di pasta reale”.
Ne risulta un esempio senza tempo di quello che oggi chiamerebbero comfort food, corroborante e ricco di sfumature organolettiche.
Da considerare che solitamente questa ricetta viene realizzata soltanto in occasione del 1° maggio e mai più per il resto dell’anno, al massimo qualche ristorante la propone per tutto il mese, mentre qui all’Osteria Pchior la fanno volentieri a richiesta a chi dovesse prenotarla anche fuori stagione, altra dimostrazione dell’appassionato afflato divulgativo di chi gestisce il locale.

I secondi impiegano carni meno consuete nel resto d’Italia, come la Capra alla Neretese tipica dell’area in cui si trova l’osteria: “i pastori che facevano la transumanza verso la Puglia si fermavano in questa zona e scambiavano le capre che avevano al seguito con i prodotti di cui avevano bisogno”, da qui la nascita di tale preparazione che tradizionalmente “vede la presenza di peperone rosso e una lenta cottura: noi utilizziamo capre nostrane e Peperone di Altino che è un Presidio Slow Food, mentre non va usato il pomodoro che in Abruzzo arriva molto dopo, intorno alla metà del 1800”.
La masticazione sprigiona tutta la superlativa bontà di una carne autentica cotta come da manuale.

Altro “tipico piatto delle feste in Abruzzo soprattutto a Pasqua” è la Peretta d’Agnello fritta: “la faceva sempre nonna, abbiamo deciso di riproporla utilizzando solo animali nostrani”, portatori di un’autenticità resa ghiotta da una magnifica panatura di pane aromatizzato con limone e timo.

Tra i vari dolci, buonissimi, è irrinunciabile la Pizza Dolce Teramana, un “classico della domenica abruzzese con stratti di Crema e Cioccolato divisi da un Pan di Spagna bagnato con Alchermes”, prelibatezza sontuosa.

Alle delizie del palato si associano quelle dello sguardo grazie all’edificio antico che ospita l’osteria, il quale dispone nel piano sotterraneo di una splendida cantina che si può già intravedere grazie a un’apertura nel pavimento…

… raggiungibile tramite delle scale perfettamente restaurate come il resto dell’ambiente…

… ritrovandosi così in un raccolto ritrovo ipogeo di grande fascino che rende l’esperienza ancora più suggestiva.

Un ulteriore tassello del mosaico di meraviglie che rende l’Osteria Pchior uno dei più importanti e preziosi locali di ristorazione di tutta Italia, imprescindibile per comprendere il genius loci dell’Abruzzo ma anche per definire la ricchezza del Paese: per questo vale il viaggio da qualunque parte ci si trovi per raggiungerlo, perché un passaggio da qui associa all’immensa soddisfazione della gola anche una crescita personale e un ricordo indelebile.
Info: https://www.osteriapchior.it/