Terre di Fortore, squisitezze gastronomiche per raccontare un territorio ricco di tipicità
Ne avevamo già parlato tempo fa dell’eccelso progetto chiamato Terre di Fortore, il quale però è talmente cresciuto nel tempo da consolidarsi come presidio gastronomico ma anche culturale del Fortore campano, territorio “incuneato nella parte Nord orientale della Regione Campania tra Puglie e Molise, deve il suo nome al fiume omonimo che nasce nel territorio di Montefalcone di Val Fortore e ne rappresenta l’elemento vitale e caratteristico”, area celebrata con tipicità straordinarie disponibili al pubblico grazie a un ottimo e-shop.
Questa piattaforma di e-commerce ruota “intorno al cibo e al suo territorio che dà voce ad un progetto nato dal profondo rapporto di fiducia con i produttori locali e dall’amore e dal rispetto tra questi luoghi ed i suoi fondatori”, lavorando “insieme ai produttori locali con i quali condividiamo la stessa passione e la stessa attenzione nella conservazione e valorizzazione di antiche coltivazioni autoctone, per realizzare un ponte tra Fortore e resto del mondo e far si che i prodotti di filiera corta del nostro territorio, possano giungere direttamente sulla tavola dei consumatori”.
Toccati tutti gli ambiti gastronomici.
Come quello del settore lattiero-caseario che nel Fortore “ha un grande peso economico: buona parte del latte vaccino e pecorino prodotto, si trasforma in formaggio, fresco e stagionato, nei caseifici presenti sul territorio, secondo metodi tradizionali di lavorazione, conservazione e stagionatura, che si tramandano da molte generazioni”.
Queste le perle che consigliamo.
A partire dal fantastico Caciocavallo di Castelfranco che “è un eccellente formaggio semiduro a pasta cruda e filata riconosciuto quale PAT (prodotto agroalimentare tradizionale) dal Ministero delle politiche agricole alimentari” ottenuto “unicamente dal latte delle mucche che pascolano libere nei campi siti a 550 metri s.l.m.”.
Il Diavoletto di San Marco è invece “un formaggio vaccino morbido prodotto esclusivamente con latte vaccino ottenuto da vacche allevate in azienda che pascolano libere in territori incontaminati e lavorato unicamente a mano e con grande maestria dal casaro Angelo e sua moglie Rossella”, impreziosito da una gradevole “carica di peperoncino rosso tritato”.
Strepitoso il Paglia e fieno dell’azienda Iacocca, formaggio “morbido da latte misto, ovino e vaccino, prodotto esclusivamente con latte ottenuto da vacche e pecore allevate in azienda che pascolano libere”.
La bontà dei salumi a sua volta ha alla base un “territorio salubre percorso da venti di ogni orizzonte” tale da essere “una terra ideale per la produzione e la stagionatura degli insaccati”. L’offerta è ricca perché “seppur diversi da paese a paese, i salumi rappresentano un patrimonio gastronomico di vera eccellenza per tutta l’area fortorina”, grazie a caratteristiche della materia prima, tecnica di lavorazione e lunga e lenta stagionatura.
Da questo nasce lo strepitoso sapore di una volta della Soppressata che “è la salsiccia doppia, magra e pregiata” composta soltanto da “carne magra del filetto e della coscia di suino, unita a poco grasso, condita con sale e grani di pepe nero e insaccata in budelli più grandi di quelli utilizzati per la salsiccia”.
Squisito pure il Capocollo “prodotto secondo un disciplinare artigianale e una ricetta tradizionale che prevede l’utilizzo di carni scelte di suini” alla quale la stagionatura conferisce “un profumo e un gusto inconfondibile”.
Non meno importante nella zona citata la produzione dei legumi “antichi, buoni e nutrienti che nel corso del tempo non hanno subito alcuna manipolazione e che vengono coltivati ancora con tecniche semplici e naturali, arcaiche si potrebbe aggiungere, su terreni di montagna e distanti da ogni potenziale pericolo di contaminazione”.
Ne sono perfetta espressione i Ceci di Montefalcone “coltivati a mano a 1000 m slm, in un territorio appartato e incontaminato che domina la valle del fiume Fortore secondo tecniche di coltivazioni antiche che si tramandano da secoli di generazione in generazione e che assicurano al prodotto genuinità, qualità eccellente e sapore gustoso”.
Imperdibili le Lenticchie di montagna di Castelfranco “piccole e delicate ma resistenti anche ai terreni aridi e poco vantaggiosi, tenere e genuine”, grazie sementi autoctone, tecniche di coltivazione ancestrali e terreni incontaminati.
Da non dimenticare il miele “prodotto secondo criteri genuini e naturali, senza bisogno di altri ingredienti, se non le laboriose e preziose api, allevate lontano da industrie inquinanti e agricolture intensive”: nel Fortore “le varietà di miele sono legate alle colture agricole praticate, alle piante selvatiche presenti sul territorio e all’altitudine dello stesso”.
Molto particolare la Melata di Baselice prodotta “in un territorio incontaminato e lontano da ogni tipo di inquinante, questa Melata proviene esclusivamente da fioriture selvatiche e incontaminate della valle del Fortore”, caratterizzata da un possente aroma erbaceo e resinoso.
Tutte specialità proposte a prezzi civili e gestite alla perfezione da un servizio clienti attento e puntuale, con spedizioni sicure e celeri.
Un modo per viaggiare col palato in un territorio che merita di essere scoperto.
Info: https://www.terredifortore.it/?srsltid=AfmBOoqQJgl0dT-lkVL_G11O2CWGBTQuKWk6OPQ3o2UgnomBtJ5zZMbc