Museo della Paglia a Signa, l’emozionante storia di un simbolo socio-culturale del fiorentino
Un intreccio che non riguarda soltanto la creazione dell’oggetto esposto ma anche gli elementi della narrazione, congiungendo moda e società, civiltà contadina e memoria collettiva, tecnica agricola ed economia di base, identità popolare e studio antropologico, tutto nel segno di un accessorio da indossare capace di diventare a sua volta protagonista di stile: un insieme di valori che permea l’esposizione del Museo della Paglia e dell’Intreccio di viale Giuseppe Mazzini 5 a Signa in provincia di Firenze.
Il museo ha una rilevanza culturale enorme, perché consente di conoscere l’epopea di un’area della provincia di Firenze capace di sviluppare imprenditoria illuminata e di anticipare di molto il fenomeno del made in Italy, esportando il buon nome del Paese e raccogliendo ovunque prestigio e riconoscibilità.
Tutto parte dalla figura di Domenico di Sebastiano Michelacci, al quale è giustamente intitolata la struttura, poiché fu lui “a far coltivare grano da paglia per cappelli”, arrivando “dopo vari esperimenti” nel 1718 “alla conclusione di seminare il grano marzuolo fittamente e di raccoglierlo prima che giungesse a maturazione”, poiché la sua composizione biologica conferiva agli steli caratteristiche adatte per essere assemblati fino a creare dei cappelli destinati a diventare iconici.
Un’attività descritta dettagliatamente nelle sale in cui si trovano i macchinari originali…
… e vari esempi delle possibili lavorazioni.
Naturalmente ad attrarre maggiormente è la magnifica estesa collezione di cappelli che diventano ciascuno sineddoche di un’epoca, testimoniando mutazioni del gusto e trasformazioni della moda.
Dal museo, partendo dalla considerazione che “l’uomo ha sempre avuto bisogno di proteggersi la testa dal freddo e dal caldo eccessivi”, spiegano come “segale e grano, coltivati per ricavarne farine per l’alimentazione, graminacee, erbe palustri e piante a foglia lunga, fornirono la paglia e gli altri materiali per realizzare i cappelli che mantengono immutata da millenni la struttura di base”…
… mentre “riguardo alla loro lavorazione, nella Toscana del ‘500 si raggiunse un tale livello di raffinatezza che il Granduca Cosimo I ne mandò in dono numerosi esemplari anche a vari sovrani d’Europa: fu però ai primi del Settecento che proprio a Signa si cominciò a coltivare il grano non a fini alimentari ma allo scopo di produrre paglia per fare cappelli; si trattò di una iniziativa rivoluzionaria che consentì al comprensorio fiorentino di diventare il primo produttore di cappelli di paglia di qualità in tutto l’Occidente”.
Si apprende quindi che “Signa ancora oggi è la sede delle imprese di cappelli più prestigiose del mondo e la paglia domina da sempre la produzione che si avvale, però, dei materiali più eterogenei, naturali e artificiali che consentono soluzioni innovative e di tendenza”.
Passando dalle sale espositive si incontrano ornamenti e bigheri, capi dalla fine del secolo scorso agli anni ’70, oltre a tanto altro materiale raccolto o elaborato dal Museo.
L’allestimento sceglie la strada della semplicità, puntando sulla sobrietà degli ambienti che permette di mettere in risalto senza forzature scenografiche ogni reperto esposto, frutto di una serissima e intelligente selezione, applicando una misurata ed elegante creatività nelle modalità di collocazione degli oggetti, tra barre in legno verticali…
… pareti che divengono supporti di patchwork materici alla stregua di un’opera di arte contemporanea…
… vetrine trasparenti per una visione da ogni punto di vista…
… e la classicità dei manichini per la parte dedicata agli abiti.
Il museo manifesta un forte anelito pedagogico ispirato ai principi dell’inclusività, come dimostra la presenza di supporti cognitivi immediati, quali fotografie del passato sia stampate…
… che proiettate…
… insieme a opere pittoriche…
… quindi diversi monitor, alcuni che alimentano lo storytelling dei reperti…
… e altri che mandano in loop sfilate moderne.
Un insieme di scoperte ed emozioni offerte da una preziosa esperienza di visita, resa ancora più avvincente da una visita guidata competente, appassionata e ricca di racconti e informazioni fruibili per tutti i livelli di interesse.
Un modo per comprendere quanta meraviglia ci sia non soltanto nella città di Firenze ma anche nel suo territorio.
Info: https://www.museopaglia.it/