Sassotondo, vini artigiani della Maremma toscana da un misterioso territorio tufaceo
Quando si dedicano in grandi quantità amore, dedizione, fatica e intelligenza a uno specifico territorio vuol dire che esso ha valori così forti da eritare il progetto di una vita, attingendo a radici profonde intrise di cultura, antropologia e piacere di vivere: è quello che accade con la Maremma Toscana oggetto di commoventi attenzioni da parte della cantina Sassotondo in quel di Sovana in provincia di Grosseto, dove estende ricerca intellettuale e sapienza enoica a un’intera realtà agricola per produrre vini artigianali capaci di raccontare in ogni minima sfumatura di questa vocata area vitivinicola, curata secondo i dettami del regime biologico.
In tale contesto la cantina prende le mosse dai pregi ambientali e paesaggistici di una zona che “possiede un fascino segreto, una magnetica energia che deriva in parte dalla sua posizione geografica (l’azienda si trova in un luogo isolato, un altopiano tufaceo a nord del fiume Lente, a metà strada tra Pitigliano e Sovana), in parte dalla conformazione fisica dei luoghi, evidentemente vissuti e adoperati dagli Etruschi che hanno lasciato tracce visibili nelle inconfondibili vie cave che circondano la tenuta e nella cantina scalpellata nel tufo per quaranta metri nel sottosuolo”.
Per la produzione è stata compiuta la scelta di cuore, originale e controcorrente, di puntare molto su un vitigno appartato quanto formidabile nelle sue espressioni come il Ciliegiolo, parte meno nota ma significativa della tradizione enologica toscana.
Nell’analisi delle referenze abbiamo scelto di iniziare con il Sassotondo Rosso con il suo bouquet dal fruttato straripante e un corredo organolettico che in bocca ricorda gelso nero, rabarbaro, papaya candita e saba.
Robustamente tannico e con una marcata impronta zuccherina, irretisce con una sublime screziatura erbacea e una beva che raggiunge vette siderali di gradevolezza.
Imponente la sua presenza durante i pasti, dove pretende piatti di pari spessore.
Il Ciliegiolo Maremma Monte Calvo Bio prende il nome il nome da un piccolo vulcano, ereditando dal terreno una nota sapida che si colloca tra un bouquet di sottobosco innestato e suggestioni balsamiche, mentre il suo spirito dolce veicola lampone, amarena, bacche di goji e cioccolato fondente.
L’acidità mantiene in equilibrio uno sfavillante caleidoscopio aromatico.
Il finale lascia un ricordo memorabile.
La quintessenza del Ciliegiolo in purezza l’abbiamo riscontrata nel San Lorenzo che prende il nome da una vecchia vigna “che si trova di fronte al borgo di Pitigliano, in Maremma, allevato a guyot e in agricoltura biologica dal 1994: oggi ci sono circa 4800 piante di più di 60 anni su circa due ettari e stiamo anche cercando di colmare le fallanze con piante giovani fatte fare in vivaio con il ciliegiolo di quella stessa vigna”.
Il bouquet espone spezie e muschio, il gusto amarena, radicchio rosso, aneto, prugna e mosto cotto.
Sorprende la sua freschezza che assorbe ogni tentazione tannica, rendendo sopraffino il sorso.
Suadente il finale leggero e ghiotto.
La fantasia enologica si scatena nel Tuforosso che mette insieme sangiovese 60%, merlot 20% e teroldego 20% dando vita a un bouquet di composta di prugne e gusti di marasca, sorbo, mirtillo, susina rossa, liquirizia e cotognata.
Molto originale il suo approccio dettato da una nota erbacea, mentre il tannino segna con decisione il sorso.
Finale che vira verso l’amabilità.
Il Franze si concentra sull’accostamento tra Ciliegiolo 65% e Teroldego 35%, esprimendo al naso una fitta atmosfera silvestre e al palato melagrana, ribes rosso, fico e ruta.
Il tannino è fortemente astringente, mentre l’acidità è così delicata da infondere armonia, incontrando un sospiro amaricante.
Il sorso raffinato alimenta la beva all’insegna di freschezza e leggerezza.
Privo di qualsiasi ruffianeria, è molto eclettico a tavola.
Oltre i rossi, da segnalare l’ottima riuscita anche di bianchi e rosati, tutti contraddistinti da una sensibile mineralità, a partire dal Bianco di Pitigliano Superiore Vigna Isolina che assembla Trebbiano 60%, Sauvignon 30% e Greco 10%, producendo un profumo ieratico di frutta a polpa gialla e sapori di pera, avocado, ruta e pompìa candita.
Spicca la sua acidità, sostenuta da sublimi tocchi di aspro e agrumato.
Molto goloso, presenta una beva che scorre a meraviglia.
Finale possente e complesso.
Il Numero Sei, frutto di un blend di Greco, Sauvignon e Viognier in parti uguali, sottoposto a macerazione, olfattivamente unisce zagara e cenni di panificazione, mente la bocca riconosce arancia bionda, mela, albicocca e miele d’acacia.
Il Rosato Maremma Lady Marmalade proviene sempre da uve Ciliegiolo che producono un meraviglioso cromatismo aranciato splendente, mentre il naso è sedotto da sciroppo di rose.
Il palato rintraccia lampone, corbezzolo, ciliegia candita e prugnolo.
Colpisce il suo modo di coniugare spinta dolce ed echi erbacei.
L’intensità alcolica porta a un finale quasi liquoroso, alla guisa di un rosolio.
Ci riassume il quadro di questa produzione Carla Benini nel video che segue.
Info: https://www.sassotondo.it/it/index.html
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/sassotondo/