Tenuta Cobellis, vini tipici campani dal Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano
Una storica stirpe del salernitano che pur essendosi distinta negli ultimi decenni nella professione dell’arte medica ha deciso comunque di mantenere il “forte attaccamento alle tradizioni agricole del Cilento che da sempre hanno animato i propri discendenti”…
… specchiando tanta nobile eredità nello stesso mare “che un tempo vide nascere la scuola filosofica eleatica, la scuola di pensiero presocratica attiva ad Elea (l’attuale Velia) che con il poema Perí Physeose (Sulla Natura) di Parmenide diede inizio alla storia del pensiero filosofico occidentale”: sono le premesse di inarrivabile fascino della produzione vitivinicola della Tenuta Cobellis di Vallo della Lucania (SA) sviluppata nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano.
Suggestivamente il distributore Proposta Vini che l’ha appena accolta quale novità nel suo catalogo la descrive come “un’azienda agricola a tutto tondo dove l’allevamento della bufala convive con vigneti ed uliveti riproponendo un mondo agricolo mediterraneo che affonda le proprie radici nel mondo greco”.
Si tratta di un territorio di circa 350 ha diviso in cinque sottotenute nelle quali sono coltivati a vigneto 18,5 ettari concentrati in buona parte sui vitigni autoctoni, lavorati in una cantina “immersa in un piccolo uliveto, così sono le stesse piante secolari a mantenere quella giusta temperatura necessaria a preservare il lavoro che l’uomo e la natura hanno prima fatto e poi racchiuso in bottiglia”.
Qui si è iniziato a imbottigliare i vini da circa 14 anni e oggi la produzione conta 60.000 bottiglie “col fior fiore delle nostre uve” all’insegna “di una filiera produttiva sana e tracciabile”.
In dialetto cilentano Crai significa domani ed è il nome scelto da Cobellis per indicare il proprio Fiano del Cilento in purezza che si presenta profumando di zagara e proseguendo in bocca spandendo limone di Sorrento, ananas, avocado e pera Williams.
Fantastico il suo approccio aspro e agrumato sostenuto da golosa acidità in grado di scatenare una beva estremamente gradevole.
Il sorso è carezzevole, reso stuzzicante da un retrogusto zuccherino.
Estremamente esteso il finale che si concentra sul limone.
Con l’ossigenazione si ammorbidisce diventando irresistibilmente seducente.
Per il Coda di Volpe in purezza della casa il nome attinge alla memoria antica, Paestum Eleanico, scatenando radici ancestrali la cui suggestione arriva nel bicchiere, traducendosi in un bouquet dalla freschezza lievemente agrumata e suggerendo al palato mango, cedro, kiwi giallo, melone e guava.
Sapido, dalla grande acidità, irretisce con la sua potenza aromatica.
Finale memorabile che sembra basato sugli oli essenziali del bergamotto.
Per il rosso svetta il Piscriddi che assembla uve di Barbera, Sangiovese e Aglianico legandole con sensibile nerbo alcolico di 14,50% senza che questo tuttavia intacchi minimamente la raffinatezza di un sorso che bilancia perfettamente tannini, acidità ed eleganza.
I frutti rossi vellicano l’olfatto, mentre la bocca gode di mora di rovo, ribes rosso, lampone e Fico bianco del Cilento.
Il finale sceglie la via della delicatezza.
Scendiamo in dettagli ancora più tecnici su questa produzione di pregio con Rosario Liguori nel video che segue.
Info: https://www.tenutacobellis.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/tenuta-cobellis/