Il Mulino ad acqua di Villalago (AQ), memoria millenaria della civiltà abruzzese

Un ricordo emozionante della civiltà rurale abruzzese che spiega al contempo cosa sia riuscito a concepire il genio umano nell’ambito della meccanica in sinergia con la natura: è l’antico Mulino ad acqua che si trova nel territorio dello stupendo borgo di Villalago in provincia dell’Aquila, immerso nel verde rigoglioso della zona e raggiungibile grazie a una salutare passeggiata.

Dalla Riserva Naturale Regionale Lago di San Domenico e Lago Pio spiegano che è “situato nella zona a monte del Lago di San Domenico e alimentato dalle sorgenti del fiume Sagittario” questo mulino “risalente all’anno 1000, come testimoniato da carte custodite nell’Abazia di Montecassino”, il quale è perfettamente funzionante, tanto che “offre la possibilità alle numerose scolaresche e turisti che frequentano la Riserva di verificare le antiche tradizioni rurali di questi luoghi”.

La struttura è stata musealizzata grazie alla presenza di pannelli con testi immediati, puntuali e ricchi di informazioni, dai quali si apprende che il mulino è stato “in funzione fino al 1960 servendo gli abitanti e gli agricoltori non solo del luogo, ma anche provenienti dai paesi vicini e persino dalla Marsica” e “al cessare dell’attività è seguito un periodo di abbandono e decadimento: ma, negli ultimi anni, il Mulino è stato oggetto di interventi comunali di riattivazione e di valorizzazione”.

Il restauro è avvenuto nel 2005 e grazie a esso sono diventati fruibili “i ricordi, i disegni e soprattutto un modellino in scala 1:5 dell’intero impianto del Mulino realizzato nel 1990 dall’ultimo mugnaio Domenico Grossi” il quale ha consentito il recupero funzionale della struttura che si trova in un edificio diviso in tre vani: “nel primo, molto ampio, sono posizionate le macine per la produzione della farina”, mentre “nel vano centrale è alloggiata la Gualchiera per la follatura della lana e nell’ultimo vano è stato recentemente ricavato il bagno”; anche questa è originaria dell’anno 1000 ed è stata “perfettamente funzionante fino al 1950 garantendo la produzione del feltro non solo agli abitanti di Villalago ma anche a quelli dei paesi limitrofi”.

La struttura della Gualchiera “è in legno di rovere ed è costituita da due magli (due grossi martelli) mossi da una ruota idraulica, i magli battendo sulla lana e riscaldandola ne provocano il compattamento delle fibre, dando così origine al feltro”.
La sua ricostruzione è stata possibile grazie al citato modellino in scala 1:5 di Domenico Grossi, chiamato da tutti Menicuccio, nato a Villalago nel 1912, il quale raccolse il testimone di una lunga tradizione di mugnai svolgendo l’attività dagli anni Quaranta ai Sessanta, impegnandosi “nella ricerca continua di ingegnose modifiche al macchinario del mulino, al fine di ottenere la massima produzione di farina”…

… coadiuvato dalla madre Felicetta, famosa per la bravura ma dotata pure di umanità e generosità. Grossi da pensionato costruì “un modellino in legno del macchinario macinante e uno che riproduceva la gualchiera, fedeli in ogni loro parte agli originali ed ora conservati nel Centro di Documentazione delle Tradizioni del Lavoro di Villalago”: proprio grazie a questi è stato possibile il restauro del mulino e la realizzazione della gualchiera.

Un luogo fondamentale per la memoria della comunità, come dimostrano i cartelli che testimoniano la gratitudine della collettività verso chi ha reso produttivo nel tempo questo luogo di lavoro, fino a renderlo un simbolo identitario.

La visita alla parte interna mostra dettagliatamente tutti i meccanismi, a partire da una macina in pietra nella sua modalità ancestrale…

… accanto a quella qui utilizzata in passato che è possibile vedere perfettamente funzionante…

… tanto che produce la farina come un tempo…

… per poi passare all’imponente gualchiera in legno…

… con i suoi magli azionabili per svolgere l’azione incessante di battitura dei tessuti…

… passando per una preziosa esposizione di strumenti di lavoro.

L’illustrazione dell’attività del mulino si compone anche di una parte in esterno parecchio illuminante, perché fa comprendere quanto sia importante la presenza di un corso d’acqua piccolo ma dinamico…

… spiegando come il suo scorrere venga tradotto in forza motrice.

Nel video che segue si può vedere il funzionamento della struttura con tutti i suoi elementi in azione.
Accompagnati dal colto e appassionato Simone Lupi, esperto del territorio attivo per la sua valorizzazione, abbiamo avuto il privilegio di essere guidati nella visita da Quintino Grossi, del quale commuove l’impegno indefesso e appassionato nel rendere fruibile il mulino ai visitatori, al fine di perpetuare una testimonianza così importante della società di un tempo.
Un’esperienza importante da fare se si vuole conoscere l’anima di una regione meravigliosa come l’Abruzzo.
Info: https://www.riservanaturalevillalago.eu/index.php/il-mulino/