Il museo della maison Gucci a Firenze, la moda elevata ad arte tra visual e allestimento creativo
L’heritage come sintagma narrativo, il sincretismo che detta l’organizzazione spaziale, la geometria quale fonte d’ispirazione creativa, il colore tradotto in sineddoche dell’immanente: crea un’osmosi tra segno iconico e densità valoriale il museo della maison Gucci ospitato dall’omonimo palazzo in piazza della Signoria nel cuore pulsante di Firenze, al centro di un’oasi culturale urbana che comprende anche lo store e servizi aggiuntivi di ristorazione, creando un universo rappresentativo del mondo della griffe.
La presentazione sintetizza così l’attuale esperienza di visita: “Gucci Visions offre una visione panoramica sull’universo della Maison, portando in scena le sue espressioni artistiche attraverso stanze immersive; da emblemi iconici come il Morsetto, alla connessione e influenza di Gucci sul mondo dello spettacolo, sull’immaginario collettivo e sull’arte, ogni stanza da origine ad una serie di conversazioni che trascendono le epoche, unendo passato e presente, tradizione e ingegno, l’originale e il visionario”.
Considerata l’importanza storica e la grazia architettonica dell’edificio che ospita il museo, il Palazzo della Mercanzia risalente al 1337, questo diviene a sua volta elemento espositivo, fin dalle scale necessarie per accedere all’esposizione, sulle cui pareti scorre la sintesi cronologica a tappe del tragitto che ha condotto Gucci a diventare uno dei brand di moda più famosi al mondo, così ogni scalino diviene metafora dei passi compiuti dall’azienda per affermarsi nel corso del tempo.
Gucci Visions è il titolo della mostra “che porta i visitatori in un viaggio giocoso e immersivo nella creatività e nella maestria artigianale che hanno definito il decennio e che sono il cuore del marchio”, offrendo “una vista panoramica dei 103 anni di storia della Maison”, rappresentando quindi “un omaggio vivente ai suoi design distintivi e ai suoi emblemi iconici, nonché ai talenti dei suoi direttori creativi e artigiani nel corso degli anni”.
Proprio quest’ultimo aspetto è il mantra che punteggia l’allestimento, un costante mettere in relazione presente e passato della maison attraverso esempi degli stili dei più recenti direttori creativi, Tom Ford, Frida Giannini, Alessandro Michele e Sabato De Sarno, le cui creazioni vengono elegantemente accostate tra punti di contatto e tratti distintivi, spirito comune e anelito innovativo, alla ricerca di uno Zeitgeist da intercettare e fissare nella forma della creatività da indossare.
Se prima abbiamo evocato le forme geometriche come alimento visivo di certi decori cari alla maison, per questa mostra rileviamo anche l’assunzione dei sistemi numerici quale regola d’ordine, data la reiterazione di una sorta di codice binario nei vari tomi espositivi, generando i raffronti con il continuo accostamento di due manichini usati in guisa di espositori, stimolando la partecipazione attiva dell’osservatore per individuare continuità, innovazione e rigenerazione dentro lo stesso marchio.
A sua volta “la selezione curata di borse, valigie e indumenti dimostra anche come l’arte della Maison sia per sempre ancorata a una serie di conversazioni creative che viaggiano nel tempo tra la visione originale di Guccio Gucci, il lavoro pionieristico dei suoi figli e il potere immaginativo dei tutti i quali hanno nutrito e arricchito la visione unica di Gucci, per renderlo il marchio riconosciuto e amato a livello mondiale che è oggi”.
Per il percorso di visita è stata operata la scelta della razionalizzazione dello spazio in stanze dal seducente impatto scenografico che sollecitano l’intellegibilità inclusiva, rendendo accessibili e perfino vivibili al loro interno le urgenze divulgative creando un dialogo con lo sguardo dell’osservatore capace di stimolare letture a più livelli e reazioni emotive.
Ne è perfetta dimostrazione la stanza del Tennis che celebra il duraturo rapporto tra Gucci e questo sport oggi diventato più popolare che mai grazie all’exploit del nostro numero uno del mondo Jannik Sinner, non a caso Global Brand Ambassador del brand.
E’ l’occasione per apprendere dettagli sulla realizzazione di capi e accessori nonché sulla strategia comunicativa a essi associata, soprattutto se, come consigliamo, si richiede la visita guidata, contrassegnata da grande competenza ed empatia.
Tra gli altri spazi, tutti in grado di creare meraviglia, da citare la sala Silk che espone “una selezione curata di foulard in seta Gucci con una serie di stampe che accompagnano i visitatori attraverso la ricca storia della Maison, composta da stili d’archivio di vari decenni e collezioni”, in cui si può ammirare ogni potenzialità ammaliante di questo “microcosmo quadrato progettato per completare un look o adornare il manico di una borsa”, con in evidenza quale “fonte di ispirazione più prolifica” il mondo naturale, ovvero “una sinfonia fiorita che comprende gigli, anemoni e altri spunti botanici”, estesa “alla giungla e ai boschi attraverso il tema della fauna, mentre motivi nautici con navi, ancore e corde danno vita a vignette costiere”, senza dimenticare i motivi equestri posti a evocare “il legame ombelicale della Maison con il mondo dell’equitazione”.
Diversi i dispositivi spettacolari che irretiscono pur rimanendo sempre nell’ambito della sensibile raffinatezza, soprattutto quando attingono alla tecnologia immersiva tra giochi cromatici e astrazioni psichedeliche…
… dando vita a sprazzi che evocano cinetiche Wunderkammer tali da incantare con pattern ipnotici e giochi di rifrazione, portando il pensiero ad associazioni con il pre-cinema e la salmodiante poesia proto-fumettistica di Emile Reynaud.
Chicca conclusiva, una raccolta saletta cinematografica finemente arredata in cui accomodarsi per assistere alla proiezione di filmati legati solitamente a iniziative in corso in città.
L’esposizione di Gucci si distingue da strutture omologhe del fashion per personalità e criteri di allestimento, inserendosi in un ambito poco frequentato in Italia dai musei d’impresa, quello del negozio-museo, non in chiave strumentale e men che mai meramente commerciale, bensì quale complemento di un eco-sistema dello stile di rara potenza identitaria.
Info: https://palazzogucci.gucci.com/#/it/editorial/gucci-visions