Museo delle Vestimenta di Campobasso, gioiello antropologico dello studioso Antonio Scasserra

Il costume in tutte le sue accezioni semantiche tradotto in puntuale ricerca temporale e approfondimento antropologico per raccontare comunità locali in tutte le sfumature: è il risultato encomiabile al quale giunge il Museo delle Vestimenta di Campobasso che riunisce in un allestimento elegante e rigoroso parte della preziosa collezione di abiti e gioielli tradizionali dello studioso Antonio Scasserra per raccontare usi e tradizioni della civiltà del Molise.

L’esposizione si trova poco fuori città, sulla Strada Vicinale del Convento al civico 130 E, ospitata da Casa Scasserra che “non è solo una sede museale, ma una vera e propria dimora nobiliare d’epoca, suggestiva e ricca di fascino” nella quale il visitatore “è accolto in un sontuoso salone, completamente decorato e arredato in stile neoclassico, con soffitti dipinti in cui campeggia l’allegoria della sposa molisana, dal valore altamente simbolico”.

Qui si “custodisce con amore e rispetto la Collezione Scasserra, una raccolta prestigiosa che racconta secoli di cultura popolare molisana attraverso gli abiti e i gioielli tradizionali”, grazie a un percorso espositivo “arricchito da gioielli, costumi autentici e fotografie d’epoca”, creando così “un viaggio emozionante attraverso l’identità culturale del Molise, celebrandone la bellezza e il valore storico”.

Si inizia con “una sezione introduttiva che esplora l’etimologia e il significato profondo della parola vestimenta, evidenziando come l’abbigliamento tradizionale non fosse soltanto un insieme di tessuti, ma un linguaggio culturale e identitario”…

… nel quale i costumi tradizionali molisani sorprendono per la ricchezza narrativa endogena, essendo ciascuno in grado di raccontare una storia diversa “di territori, di classi sociali, di occasioni speciali”…

… mentre la brillante conduzione della visita guidata permette di comprendere il valore simbolico di ogni abito, in cui tessuti, panneggi, dettagli e accessori parlano all’osservatore, comunicando stato sociale ed economico (la ricchezza dell’indumento come metafora delle disponibilità economiche di chi lo possiede), condizione legale (per le donne per esempio indicando se nubili, coniugate o vedove), provenienza (ogni abito varia da un comune all’altro anche se la distanza tra le comunità è soltanto di pochi chilometri), costruendo uno storytelling di elevatissimo valore divulgativo.

Tutto questo avviene in un contesto espositivo immerso in un raffinato quanto ieratico impiego dell’illuminotecnica che avviluppa i colori spesso squillanti degli abiti nella profondità del nero assoluto, esaltandone i cromatismi con la misura imposta da un gioco di chiaroscuri pronto a impiegare coraggiosamente la penombra.

Poiché la visita è sempre guidata da un esperto, i testi sono assenti, così l’allestimento punta su un uso quasi pedagogico dell’immagine fotografica intesa come testimonianza di un’epoca, offrendo diversi scatti “che mostrano le donne molisane indossare realmente queste vestimenta in occasione di matrimoni, feste patronali o momenti solenni: le immagini restituiscono umanità, orgoglio e bellezza vissuta, con sguardi e posture che raccontano più di mille parole”.

Ma la memoria dagherrotipica diventa pure un dispositivo illuminante per scandire il valore documentale della fisiognomica e il concorso della prossemica nel definire uno Zeitgeist dalla forte connotazione regionale.

Importante poi la nobilitazione dei Gioielli dell’Oreficeria Popolare compiuta dal museo, astraendo i monili dalla soggezione alla vanità per ricondurli al pregio artistico della lavorazione e al loro ordito simbolico.

Infatti “il percorso si conclude con una sezione dedicata all’oreficeria popolare molisana: spille, collane, pendenti e amuleti che arricchivano gli abiti tradizionali, simboli di status ma anche portatori di significati apotropaici e legati alla fertilità e alla protezione familiare”.

Alla fine del tragitto il visitatore avverte con consapevolezza di avere vissuto un’immersione di alto impatto emotivo quanto di massima pregnanza culturale, un affresco storico vivido e coinvolgente scaturito dallo studio lucido e indefesso di Antonio Scasserra, la cui esperienza epistemologica si associa a un instancabile collezionismo: il Muves rappresenta così il frutto di una costante attività di esplorazione di archivi, luoghi e persone, fino a tradursi in una tappa fondamentale per conoscere e apprezzare la vera anima del Molise.
Info: https://muves.it/