Verona, capitale dell’amore (in)contrastato
L’ambientazione della vicenda di Romeo e Giulietta l’ha resa capitale dell’amore contrastato, ma viverla tra vicoli e sentieri culturali scatena amore incondizionato.
Pur assillata da turisti con gli iPhone perennemente in mano, riesce a conservare il suo fascino da megalopoli di campagna.
Qui il becero turistificio della non lontana Venezia non ha attecchito, se non limitatamente. Per esempio, i ristoranti hanno conservato una propria dignità.
Quasi impossibile mangiare male a Verona, persino nei locali espressamente votati ad accalappiare turisti: per i veronesi il buon cibo è motivo di orgoglio come il vino, quindi ne va del loro onore portare in tavola sempre pietanze decenti, anche se si tratta di servirle a qualche straniero senza alcuna cultura gastronomica. Senza contare che la città può vantare una delle cinque migliori locande di tutta Italia, l’incommensurabile Osteria Verona Antica.
Il confronto con Venezia è ancora più vincente quando si pensa allo splendore dell’Adige che innerva la città di poesia senza essere violentato da battelli, orride gondole o peggio ancora mostruose navi da crociera.
Se proprio non si vuole andare in una città ad altissima densità turistica, Verona è la meta ideale. Si respira aria di campagna, non soltanto perché Valpolicella e Lessinia sono a pochi passi, ma per la schiettezza della sua gente, accogliente e calorosa come le comunità solidali di un tempo.
L’unico pericolo qui è che si sta troppo bene. Una vera città a dimensione d’Uomo che sa coccolarti come poche. Tanto che si rischia di essere blanditi da tanto benessere, in tutti i sensi.
E’ una città dove tutto funziona. Una città che ha un cuore antico capace di battere ancora al ritmo umano della provincia, con angoli di amabile folclore romantico come i suoi riti carnascialeschi.
Qui, come in poche altre parti d’Italia, hanno trovato magnifica sintesi genio (imprenditoriale) e sregolatezza (creativa): vedi il curioso incontro tra il Giorgio Tauber inventore di Gardaland e l’Alverio Merlo poeta istrionico. Questi due spiriti liberi hanno vergato il più sincero atto d’amore per la città che si possa concepire, un libro che vale più di mille guide: … pensieri… poesie… disegni… fotografie…, firmato come “nonni”, l’uno “volante” e l’altro “sognante”.
Un omaggio alla città che non trascura i momenti dolorosi, come le ferite della guerra…
… che non teme il luogo comune…
… che guarda la sua bellezza urbana da scorci inusitati…
… ma sempre con gli occhi da bambino…
E’ così a Verona: se si evitano i percorsi obbligati che convergono sull’Arena, Verona regala Storia e storie a ogni passo, basta saper guardare bene i particolari.
Anche perché basta girare un angolo per ritrovarsi una traccia di epoca romana, magari dentro un negozio o sulla camminata di una piazza.
Per non parlare delle splendide chiese…
… e degli edifici religiosi.
Per questo abbiamo deciso di farvela visitare andandoci in giro a sentimento, con la preziosa compagnia di un esponente del Centro Turistico Giovanile (www.ctgverona.it), “Associazione a carattere nazionale che si interessa di tempo libero, turismo sociale e culturale ambiente, patrimonio storico-artistico e tradizioni popolari quali strumenti educativi per una crescita umana delle persone, attraverso l’esperienza del gruppo”, composta da “animatori e operatori volontari”.
Ecco cosa abbiamo visto… seguiteci, se volete…